Il Viaggio, L'Eterna Giovinezza
Il rapporto che lega il mare ed il tempo all'uomo è stato, se vogliamo, sempre lo stesso... voglia di varcarne i confini, scoprirne i segreti, dar corpo a esigenze e fantasie per rimediare ad una vita cruda e realistica...
Così avventurarsi in mare, lasciare la sicura terra natìa, non è più semplicemente un viaggio verso l'ignoto, ma una fuga verso uno spazio-tempo irreale non solo degli eroi che l'hanno vissuta, ma anche di quelli che l'hanno tramandata di generazione in generazione.
Isole sperdute e fantastiche, mondi meravigliosi e personaggi irreali diventano per l'uomo una conquista più grande di tesori ricchi e favolosi...
BRAN, FIGLIO DI FEBAL
Bran, figlio di Re Febal, stava passeggiando sulla spiaggia nei pressi della sua dimora. Improvvisamente, sentì alle sue spalle una musica dolcissima, irresistibile, tanto da costringerlo a sedersi e a rimanere ad ascoltarla. Inevitabilmente si addormentò e al suo risveglio trovò accanto a sé un ramo d'argento ricoperto di gemme, che non aveva mai visto in nessuna delle terre che aveva visitato. Lo prese stupefatto e tornò alla sua dimora. Dopo pranzo, durante le danze, si fece strada tra i cavalieri una fanciulla dagli abiti strani che, chiesto il permesso, cantò una canzone per Bran, molto simile a quella che era echeggiata sulla spiaggia... le strofe, soavi e ben incastrate nella melodia, elencavano le meraviglie della leggendaria terra di Lir da cui raccontava di venire... una terra posta su quattro brillanti pilastri di bronzo bianco, su cui corrono cavalli scintillanti, risplendono tutte le specie di fiori, dove non esiste morte, fatica, tradimenti e angosce, ma solo dolci melodie da ascoltare, fulgide nebbie avvolgenti di una bellezza incomparabile... “ci sono altre isole lontane ad occidente...e oguna di loro è assai più vasta dell'Irlanda” concluse... Detto questo, la fanciulla magicamente riprese il ramoscello argentato e sparì così come era arrivata... Bran il mattino seguente non potè fare a meno di partire con la sua navee pochio compagni. All'alba del terzo giorno incontrò un uomo con un grande carro marino, di nome Mannan Mc Li, che lo spronò ad andare avanti cantandogli di mari come praterie, di salmoni grossi come vitelli e di terre felici. Bran cantò la sua terra, devastata da lotte fratricide e dall'odio umano. Mannan, rivelatosi figlio di Lir, gli rivelò che un giorno sarebbe venuto un uomo capace di riportare la pace, ma che lo stesso uomo sarebbe stato ucciso dai suoi simili. Bran continuò il viaggio e giunse nell'Isola dell'Allegria, dove fu accolto con sonore risate da una moltitudine di gente. Alcuni compagni vollero rimanere lì, ma lui decise di andare avanti, giungendo infine nell'Isola delle Donne. Lì furono accolti con tutti gli onori, rimasero diversi giorni, riposando in letti sontuosi, amoreggiando e mangiando da piatti dove le cibarie non finivano mai. Infine la nostalgia della Patria e la voglia di vedere l'isola di Lir li spinsero a riprendere il viaggio. La donna più autorevole li mise però in guardia: non avrebbero dovuto rimettere piede a terra qualora fossero tornati in Irlanda. Ripresero il viaggio e dopo pochi giorni, giunsero su una spiaggia dove incontrarono delle persone. Alle loro domande, Bran rispose: “Sono il figlio di Re Febal, partii pochi giorni fa dall'Irlanda”. Gli fu risposto: “Non ti conosciamo, anche se del viaggio di Bran si parla nelle nostre leggende fin da epoche mitologiche...”. I viaggiatori si guardarono perplessi... avevano capito che il loro viaggio era durato un'eternità... Uno di loro saltò giù dalla nave... prima ancora di toccare suolo, diventò un mucchio di cenere, come se fosse stato sepolto da centinaia di anni... Sconvolti, raccontarono alle persone a riva la loro storia e le loro peregrinazioni... infine si congedò e riprese la via del mare. Nessuno seppe se raggiunsero mai l'isola dai pilastri di bronzo bianco... perchè da allora non si sentì parlare più di loro...
Maurizio Guccini