martedì 18 novembre 2008

Bran figlio di Febal

Il Viaggio, L'Eterna Giovinezza

Il rapporto che lega il mare ed il tempo all'uomo è stato, se vogliamo, sempre lo stesso... voglia di varcarne i confini, scoprirne i segreti, dar corpo a esigenze e fantasie per rimediare ad una vita cruda e realistica...

Così avventurarsi in mare, lasciare la sicura terra natìa, non è più semplicemente un viaggio verso l'ignoto, ma una fuga verso uno spazio-tempo irreale non solo degli eroi che l'hanno vissuta, ma anche di quelli che l'hanno tramandata di generazione in generazione.

Isole sperdute e fantastiche, mondi meravigliosi e personaggi irreali diventano per l'uomo una conquista più grande di tesori ricchi e favolosi...

BRAN, FIGLIO DI FEBAL

Bran, figlio di Re Febal, stava passeggiando sulla spiaggia nei pressi della sua dimora. Improvvisamente, sentì alle sue spalle una musica dolcissima, irresistibile, tanto da costringerlo a sedersi e a rimanere ad ascoltarla. Inevitabilmente si addormentò e al suo risveglio trovò accanto a sé un ramo d'argento ricoperto di gemme, che non aveva mai visto in nessuna delle terre che aveva visitato. Lo prese stupefatto e tornò alla sua dimora. Dopo pranzo, durante le danze, si fece strada tra i cavalieri una fanciulla dagli abiti strani che, chiesto il permesso, cantò una canzone per Bran, molto simile a quella che era echeggiata sulla spiaggia... le strofe, soavi e ben incastrate nella melodia, elencavano le meraviglie della leggendaria terra di Lir da cui raccontava di venire... una terra posta su quattro brillanti pilastri di bronzo bianco, su cui corrono cavalli scintillanti, risplendono tutte le specie di fiori, dove non esiste morte, fatica, tradimenti e angosce, ma solo dolci melodie da ascoltare, fulgide nebbie avvolgenti di una bellezza incomparabile... “ci sono altre isole lontane ad occidente...e oguna di loro è assai più vasta dell'Irlanda” concluse...  Detto questo, la fanciulla magicamente riprese il ramoscello argentato e sparì così come era arrivata... Bran il mattino seguente non potè fare a meno di partire con la sua navee pochio compagni. All'alba del terzo giorno incontrò un uomo con un grande carro marino, di nome Mannan Mc Li, che lo spronò ad andare avanti cantandogli di mari come praterie, di salmoni grossi come vitelli e di terre felici. Bran cantò la sua terra, devastata da lotte fratricide e dall'odio umano. Mannan, rivelatosi figlio di Lir, gli rivelò che un giorno sarebbe venuto un uomo capace di riportare la pace, ma che lo stesso uomo sarebbe stato ucciso dai suoi simili. Bran continuò il viaggio e giunse nell'Isola dell'Allegria, dove fu accolto con sonore risate da una moltitudine di gente. Alcuni compagni vollero rimanere lì, ma lui decise di andare avanti, giungendo infine nell'Isola delle Donne. Lì furono accolti con tutti gli onori, rimasero diversi giorni, riposando in letti sontuosi, amoreggiando e mangiando da piatti dove le cibarie non finivano mai. Infine la nostalgia della Patria e la voglia di vedere l'isola di Lir li spinsero a riprendere il viaggio. La donna più autorevole li mise però in guardia: non avrebbero dovuto rimettere piede a terra qualora fossero tornati in Irlanda. Ripresero il viaggio e dopo pochi giorni, giunsero su una spiaggia dove incontrarono delle persone. Alle loro domande, Bran rispose: “Sono il figlio di Re Febal, partii pochi giorni fa dall'Irlanda”. Gli fu risposto: “Non ti conosciamo, anche se del viaggio di Bran si parla nelle nostre leggende fin da epoche mitologiche...”. I viaggiatori si guardarono perplessi... avevano capito che il loro viaggio era durato un'eternità... Uno di loro saltò giù dalla nave... prima ancora di toccare suolo, diventò un mucchio di cenere, come se fosse stato sepolto da centinaia di anni... Sconvolti, raccontarono alle persone a riva la loro storia e le loro peregrinazioni... infine si congedò e riprese la via del mare. Nessuno seppe se raggiunsero mai l'isola dai pilastri di bronzo bianco... perchè da allora non si sentì parlare più di loro...

Maurizio Guccini

Riforma Gelmni: un anti-'68 è possibile...FINALMENTE

Dopo 40 anni passati a insegnare a tutti che non esistono i più bravi e i meno bravi, dove si urlava al vento che siamo tutti uguali e tutti dobbiamo avere stesso lavoro e stessa paga, dopo che per 40 anni la scuola e la cultura italiana sono state carne da macello per una sinistra che ha inculcato nelle menti degli italiani che siamo tutti belli, bravi e tutti dobbiamo arrivare allo stesso punto, finalmente dopo 40 anni si cambia o almeno si gettano le basi per cambiare questo sistema fatto di conoscenze, aiutini, raccomandazioni e “calci in culo”. E quale miglior modo per iniziare questa storica “rivoluzione culturale” se non la riforma della scuola? 

Così è infatti!

La riforma della scuola presentata in questi giorni dal ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini è il primo passo dell’anti-68. Probabilmente mentre leggerete questo mio articolo la riforma sarà già passata (o almeno spero) visto che è stata già approvata dalla Camera dei Deputati e dovrà essere discussa in Senato. Ma tornando alla riforma, vediamo un pò di cosa si tratta, o almeno i suoi passaggi principali. 

Voti e giudizi per tutti 

Con il ritorno ai numeri il ministero vuole centrare l'obiettivo di una maggiore chiarezza comunicativa, soprattutto nei confronti delle famiglie. 

Il voto nelle varie discipline non cancellerà il giudizio: «A partire dal 2008/2009 – spiega il comunicato diffuso da Palazzo Chigi – nella scuola primaria la valutazione delle singole materie e del comportamento degli studenti sarà espressa in decimi e illustrata con un giudizio analitico sul comportamento complessivo». Nella secondaria di primo grado (scuola medie), invece, ci sarà soltanto il voto. Come nelle superiori, dove non è mai stato abolito. 

Condotta determinante 

Torna decisivo il voto in condotta. Tolleranza zero contro gli atti di bullismo che potranno essere sanzionati con il 5, che farà scattare la bocciatura. E, in ogni caso, la valutazione del comportamento concorrerà a definire la media complessiva. È solo l'ultimo tassello, in ordine di tempo, di una strategia che punta a isolare e punire i comportamenti scorretti in classe. Infatti, Gelmini, ha confermato anche le modifiche allo Statuto degli studenti, introdotte dall'ex ministro Fioroni – soprattutto in termini di sanzioni – che le scuole dovranno inserire nel regolamento di istituto. Per poi sottoporre alle famiglie la sottoscrizione del "Patto di corresponsabilità" con il quale, tra l'altro, i genitori si impegnano a risarcire i danni eventualmente provocati dai propri figli. «In condotta ho sempre avuto voti alti, nove o dieci», ha detto il ministro Gelmini, incalzata dai cronisti.

Educazione civica 

Insegnamento, in via sperimentale, di "Cittadinanza e Costituzione" (inclusa nel monte ore delle aree storico-geografiche e storico-sociali), in pratica l'educazione civica riportata in primo piano nei programmi scolastici. Finalizzandola «a una presa di coscienza sui comportamenti collettivi civilmente e socialmente responsabili». L'apprendimento riguarderà anche educazione ambientale, alla salute e insegnamento dell'educazione stradale. 

Maestro prevalente 

«Per la scuola primaria tornare al maestro unico risponde a un'esigenza pedagogica. I bambini hanno bisogno di avere un punto di riferimento preciso anche fuori dalle pareti domestiche», ha affermato Gelmini.

La novità non arriverà in questo anno scolastico, ma è tra gli obiettivi prossimi del Governo. «Verrà previsto – ha annunciato il ministro – nel Piano di razionalizzazione per la scuola che sto mettendo a punto». Ma alla decisione non sembra essere estranea l'esigenza di centrare le riduzioni (per 110mila docenti in meno complessivamente) previste dalla manovra d'estate. Anche in questo caso si tratterebbe di un intervento per il quale si è dichiarato favorevole il ministro Tremonti. A dimostrazione che il continuo braccio di ferro tra Economia e Istruzione, che ha caratterizzato gli ultimi decenni, è ormai solo un ricordo.

Un anti-’68 è possibile, e noi vogliamo essere i protagonisti della contro rivoluzione che darà una dignità all’Italia.

Filippo Antonuccio

La sinistra e Monte d'oro...CHE SCHIFO

L’8/10/08 il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato la variante di Monte d’oro. Per anni ci hanno calunniato su questa vicenda! e adesso? Solo perché il capogruppo del PD di Mentana ha dei terreni all’interno della variante si cambia strategia ??? che schifo!!!!!!  Giuro! È l’unica cosa che mi viene in mente!   

Nell’altro numero del nostro giornalino avevamo scritto che il PD puzza, ma quale puzza? Qui si parla di tanfo, questi al loro passaggio rendono l’aria fetida, puzzolente!

Per due anni abbiamo spiegato che Monte d’oro non sarebbe stata solo una variante al PRG, ma un’occasione per Mentana. Prima della realizzazione delle case, il privato, dovrà costruire: una piscina, rendere l’antica nomentum fruibile al pubblico e risistemare l’antico castello di Agrippina.

Ai nostri appelli fu risposto che il PD riteneva tale intervento inadatto, poco importante e da palazzinari (manco fosse stata la prima variante della storia di Mentana), anche se la prima che si sarebbe attuata nel nostro Comune, in cui i cittadini avrebbero beneficiato in toto.

Ora la palla è passata alla Regione che dopo una preventiva bocciatura, è tornata indietro! Ma che strano! E perche? Ma non sarà perché qualcuno del PD ha prima gridato allo scandalo, ed un secondo dopo ha “spinto” questo provvedimento in Regione!? Ora, alla fine di tutto, quando i suoi “compagnucci” se ne sono accorti, e soprattutto quando tutto è ormai approvato, si è dimesso da capogruppo. Ma adesso, mica penserà che qualcuno creda che si è dimesso solo perché offeso e innocente, vero?

Talvolta arrivano certe tanfate da sti sinistroidi che pure la gente più affezionata rischia di schifarli. Ma se ne rendono conto? Vorremmo avere un’opposizione più limpida , più cristallina, più dura, che coscientemente venga in Consiglio Comunale a dirci dove secondo loro sbagliamo veramente ma soprattutto con delle proposte concrete per il bene di tutti. Senza calunnie.

Lancillotto

La vera monnezza...si chiama sinistra

Scelta scellerata dei consiglieri del PD, quando arrivano direttive dall’alto si allineano tutti, manco fossero militari russi. Purtroppo il problema è che le conseguenze di questo becero partitismo le paghiamo tutti! Questi fanno e disfanno della cosa pubblica a loro piacimento, senza alcun pudore!

Ma veniamo ai fatti: nella seduta consiliare di Giovedì 2 Ottobre, il consiglio comunale di Fonte Nuova ha bocciato il risanamento della GE. SE. PU.

Il nostro rammarico è dato dal fatto che ancora una volta, il centro-sinistra ha fatto perdere un’occasione a tutti i cittadini per il suo proprio tornaconto politico. Le domande che sorgono spontanee sono le seguenti:

Perché i consiglieri del PD in consiglio comunale dichiarano di non votare perché i rischi personali sono troppo alti? Chi gli ha chiesto di candidarsi se poi non hanno il coraggio di assumersi il peso delle proprie responsabilità?

La politica è fatta di responsabilità e di scelte per il bene comune, o di persone capaci soltanto di mettere i “mostri blu” (leggasi il gattaccio di piazza padre pio) in giro?

Ma perché non risanare la società con 300.000 euro quando se ne possono ottenere 1.400.000  da un progetto per la raccolta differenziata già approvato dall’unione europea?

Perché non tenere più la GE. SE. PU. proprio ora che i comuni (Mentana e Fonte Nuova) proprietari ciascuno del 25,5% delle azioni della società, avevano approvato i patti parasociali divenendo di nuovo i veri proprietari della GE.SE.PU.? 

Perche proprio ora che Fonte nuova non ha rifinanziato la GE.SE.PU. e Mentana sta cercando di acquistare la Società per il 51%,così da poter gestire il servizio nei due Comuni, la discarica dell’Inviolata di Guidonia (gestita direttamente dalla regione oggi governata dal centro-sinistra), ha mandato un decreto ingiuntivo alla Società decidendo così di  mandarla subito in fallimento?

Le risposte a tali quesiti possono sembrare difficili a tutti i cittadini che sono in buona fede; ma noi, che siamo dei ribelli maliziosi, lo vediamo il filo logico sotto tutto questo trambusto, eccome se lo vediamo! ...e voi che ne pensate?

Ed eccolo il filo logico: il PD pensa  che i cittadini siano soltanto dei bolscevichi senza libertà di pensiero che votano e restano passivi ai teatrini politici che di volta in volta innescano! E basta! Tutti ci siamo accorti che ora che l’amministratore delegato della GE.SE.PU. non è più un privato amico della sinistra, il PD e gli altri stanno cercando di affondare una Società che può realmente generare introiti per il comune! Più chiaro di così…

Marco Piergotti

sabato 18 ottobre 2008

FINI-AMOLA CON L'ANTIFASCISMO

Gianfranco Fini ad Atreju: "La destra deve essere antifascista". La risposta del Presidente Provinciale di AG

Ci sono situazioni, nella vita e nel contesto storico di oggi, a cui si è lavorato alacremente e infaticabilmente, e che esigono un certo lessico, affinché non si possa far confusione o non si possa dare adito a determinate speculazioni.

Atreju 2008, la Nostra Festa Nazionale, è stata come sempre un successo, non solo mediatico, ma soprattutto di contenuti e militanza. Tanti ragazzi da tutta Italia si sono ritrovati, hanno discusso, si sono confrontati con i più importanti politici italiani, mostrando una maturità ed una preparazione che negli anni è andata sempre crescendo e che è stata comprovata dalla scelta dei temi e dei dibattiti, attuali e d’avanguardia.

È il frutto di un modo di fare politica che, fin dai tempi del Fronte della Gioventù, è stato improntato si alla difesa delle nostre tradizioni e della nostra cultura, ma soprattutto è proiettato verso il futuro, verso un domani che potrà “appartenere a noi” solamente se conquistato con “armi” attuali e contestualizzate.

Il Fronte, per primo, fu precursore di questo nuovo modo di intendere, rifiutando certe concezioni del MSI troppo legate al passato e superando determinate logiche preistoriche.

Per questo ci ha fatto male essere spettatori della bagarre dei soliti dirigenti di partito (spesso anche sottobanco: “ehy, ma non gli avete detto nulla…eh ma dovevate protestare…”), sempre più impegnati non tanto a contraddirsi l’un l’altro su un argomento che NOI abbiamo contestualizzato da anni, ma dediti a ritagliarsi un piccolo spazio di notorietà in un ambito che, stranamente, vedeva i giovani veri protagonisti rispetto ai soliti dinosauri della politica.

Non avevamo bisogno della loro “caciara” (non potremmo definirla altrimenti) per capire che noi ANTIFASCISTI non potremo mai esserlo.

Il FASCISMO, ribadisco, l’abbiamo superato.

Sappiamo bene quali siano i valori della libertà e della democrazia, veniamo da esperienze che non hanno potuto far altro che rafforzare in noi determinati concetti.

Per questo non possiamo accettare che, tra i nostri valori, venga impropriamente calato dall’alto l’ANTIFASCISMO.

Bisogna precisare che quest’ultimo è stato assunto ormai dalla storia non come un movimento culturale o politico impegnato a difendere i valori su citati, ma come ben altro.

L’ANTIFASCISMO è quello che, in nome di una non meglio identificata rivalsa, ha continuato ad uccidere e perseguitare, non solo in regioni rosse quali l’Emilia, innocenti, famiglie, preti e spesso gli stessi partigiani, rei magari di essere parenti di persone coinvolte col regime o semplicemente di non appartenere a quella frangia rossa che continuava a insanguinare un’Italia ormai uscita dalla guerra

L’ANTIFASCISMO è quello che nei decenni scorsi ha ucciso i nostri ragazzi, nelle strade, nelle sezioni, addirittura nelle case (come nel caso del rogo di Primavalle) al grido di “uccidere un fascista non è reato”.

L’ANTIFASCISMO è quello moderno, che pubblica i nostri indirizzi e le nostre foto sui siti internet per identificarci e magari venirci a cercare sotto la nostra abitazione, come nel caso di Federico Iadicicco, presidente di AG Roma.

L’ANTIFASCISMO è quello che devasta e incendia, ahimè ancora oggi, le nostre sedi.

L’ANTIFASCISMO è quello che, oggi come ieri, impedisce pubblici dibattiti nelle università, tenta di monopolizzare, spesso con metodi violenti, la cultura nelle scuole e negli atenei in nome di una subcultura che si ritiene superiore e l’unica degna di esistere.

L’ANTIFASCISMO è quello che impedisce al nostro presidente di Torino, per altro una ragazza, di andare a fare gli esami nella sua facoltà, organizzando veri e propri picchetti e scenate di protesta.

Cari dirigenti di partito, benpensanti delle tv e delle radio, svogliati appassionati della politica, smettetela dunque di ricordare i nostri 5 giorni di festa e dibattiti solo per una polemica derivante dall’uso errato di un termine: rischiate di cadere nel parossismo.

Un termine che non ci apparterrà mai… a meno che non riconosciate, fra i nostri fantastici ragazzi, persone che si sono macchiate dei crimini efferati che abbiamo su elencato.

L’ANTIFASCISMO è quello che continueremo a smascherare nelle scuole, nelle strade e nella società di oggi.

Maurizio Guccini

Presidente AG Provincia di Roma

I giovani che cambieranno Fonte Nuova

Mancano pochi mesi. Fonte Nuova cambierà. Fonte Nuova volterà pagina. Fonte Nuova si risveglierà e finalmente uscirà dal baratro in cui è stata gettata in questi 5 anni di disamministrazione. Cinque anni di immobilismo, di favoritismi e clientelismo, cinque anni in cui i cittadini non sono mai stati così lontani dai loro rappresentanti.

Questa volta non sbaglieremo come nelle passate elezioni comunali, quando le divisioni del centrodestra, alimentate dai soliti dinosauri della politica, consentirono ad un'esigua minoranza di diventare maggioranza.

Nessuno di noi può dimenticare i pessimi esempi di cui si è macchiata questa amministrazione di centro-sinistra... 

Centinaia di migliaia di euro spesi in consulenze che non hanno prodotto assolutamente nulla, se non rimpinguare le tasche di personaggi da sempre vicini ai partiti locali...

I giovani sono stati i più penalizzati. In un comune che fatica ancora a trovare un senso civico a causa della sua strana nascita, era scontato sentirsi in dovere di realizzare strutture o progetti che avessero consentito ai giovani di ritrovarsi e di crescere culturalmente e umanamente. Così non è stato. Al contrario,  le giunte che si sono susseguite (decine di assessori, spesso fantasmi intangibili e incompetenti di cui non ricordiamo neanche il nome, sostituiti in nome delle spaccature e dei rapporti di forza tra signorotti locali) hanno badato bene a tenere alla larga i giovani dagli affari comunali, spesso additandoli come esempio negativo di inciviltà ed ignoranza.

Non è pensabile coprire l' immobilismo sulle politiche giovanili e, consentiteci, l'incapacità di questi signori, con le solite accuse di bullismo.

I giovani debbono poter partecipare alla vita pubblica ed hanno il diritto di avere centri di aggregazione dove poter mettere a frutto le proprie capacità, di poter uscire la sera senza doversi rinchiudere nelle solite bische o dover rimanere a casa a causa della totale mancanza di sicurezza. Teatro, musica, sport, hanno bisogno di spazi e di progetti PER TUTTI che ad oggi non sono stati minimamente previsti, se non nella solita consulenza che, a distanza di vari mesi (che già ci sono costati  migliaia euro... sic!), non ha presentato l'ombra di un'iniziativa.

Una Cultura di cui ultimamente si parla, o meglio, si ciarla molto sui giornali, ma che fino ad oggi ha trovato il suo apice nell'acquisto del famigerato Gatto di bronzo, pagato decine di migliaia di euro ad una struttura vicina ad un consigliere comunale.

Una Cultura che ha visto spesso tagliate fuori le associazioni che volevano realmente realizzare qualcosa (sagre, feste, scuole di musica, compagnie teatrali) e che invece ha favorito, anche cospicuamente, realtà vicine all'amministrazione. È il caso di Cultura Estate, manifestazione prettamente politicizzata che ha visto la totale assenza della cittadinanza, o addirittura dei 40.000 euro regalati ad un'associazione vicina all'Udeur che realizzò sotto Natale un flop assoluto del quale non riusciamo ancora a spiegarci come abbiano impegnato tutti quei soldi, dato che le strutture  furono messe tutte a disposizione dal Comune. 

C'è chi non c'è stato a tutto questo, chi per anni ha continuato a denunciare il tutto, a fare aggregazione, a lottare nelle piazze, nei mercati, ad urlare la propria insoddisfazione su volantini o manifesti affissi anche nelle ore più impensabili, ad essere punto di riferimento di chi non voleva arrendersi a questa logica.

Ora abbiamo l'occasione di impedire che situazioni del genere possano ricapitare.

Le elezioni sono vicine, noi siamo pronti alla battaglia.

È ora di tornare protagonisti del nostro territorio, di tirare fuori quel carattere e quella voglia di fare che ci ha sempre contraddistinti anche in questo periodo nefasto.

È ora di ENTRARE in AZIONE e di cacciare finalmente chi ha portato allo sfascio la nostra città!!

A Mentana il Partito Democratico...puzza!!!!

Baccanittu, stavolta, non ce l’ha fatta! Trattenersi a volte diventa davvero difficile, quando ci si trova a subire insulti di questo genere, e che cavolo!! Quei cattivoni del centro-destra non fanno altro che insultargli chi gli dà “respiro”, al povero Baccani, così nell’ultima seduta consiliare il capogruppo del Partito Democratico non si è potuto trattenere: “E basta!Viva Dio che c’è Monterotondo che ci ha fornito servizi, scuole e tante altre cose! Viva Dio che c’è Monterotondo!!” Accidenti, a sentirlo viene quasi da pensare che a governare Mentana ci siano degli ingrati che non riconoscono quanto bene gli stia facendo un parente stretto!! E qui il dubbio, però, ci viene. E’ il centro-destra che è ingrato, o è Baccani (con tutto il PD) che difende un “parente stretto”, che a questo non è tanto di Mentana quanto piuttosto suo?

Soluzione al quesito: per troppi anni sono stati favoriti i politici monterotondesi per occupare posti di rilievo negli enti sovracomunali, con i voti dei Mentanesi. Oggi che Mentana sta gradualmente capendo che essere rappresentati direttamente in tali enti vuol dire creare le basi per lo sviluppo, e che per anni la sinistra si è presa gioco di noi portando i voti presi a Mentana al servizio di chi poi in realtà faceva solo gli interessi del proprio paese, ancora continuano a difendere questo becero partitismo per qualche posto di lavoro? Risparmiateci sinistrorsi da queste offese alla nostra intelligenza. I vostri discorsi puzzano!!!

P.S.: Meno male che questi sò così……

Riparte il centro-destra a Mentana con la nuova giunta comunale

“Si riparte con una marcia in più”. Forse è questo il pensiero che meglio di ogni altro racchiude lo spirito della maggioranza di Mentana. Circa un mese fa è stata infatti azzerata la giunta di Mentana, gesto che potrebbe essere interpretato come una crisi di governo, ma che in realtà non lo è. E la dimostrazione è che in soli 7 giorni tutte le nomine sono state assegnate. Ovviamente a persone diverse da quelle che ci hanno accompagnato sinora, in questi 2 anni che a mio avviso sono stati i più duri e difficili della storia del nostro Comune.

Il cambio è arrivato per una chiara e limpida necessità: al momento del rientro del bilancio proposto dal Consiglio Comunale, che in questi giorni è al vaglio del Ministero, avere una squadra di tecnici ognuno nel suo ruolo di sua competenza, di modo da agevolare il lavoro dei dipendenti (il cui numero è la metà di quello previsto) e magari riuscire anche a dare un contributo professionale in più.

lunedì 21 luglio 2008

L'anello di congiunzione fra la destra e Tolkien

Tantissimo si è discusso riguardo l'appropriazione, indebita secondo i soliti prodotti della subcultura di sinistra, della destra italiana riguardo l'opera di Tolkien.

Ancora oggi, a distanza di 35 anni dalla morte dello scrittore, c'è chi tenta, (vedasi “L'Anello che non tiene”) di nascondere l'astio nei confronti del Professore e de “Il Signore degli Anelli” per una scellerata visione ideologica della letteratura e dell'arte.

Andiamo a fare una breve analisi di quella che in definitiva è un'ottima cartina tornasole del rapporto tra opere e critica “militante” italiana.

Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi la Cultura è stata fortemente influenzata dalla politica. Tutto ciò che non poteva essere classificato “di sinistra” poteva, anzi doveva, essere osteggiato, se non addirittura bandito e calunniato. Seppur oggi il tutto si sia finalmente molto annacquato, l'omertà di direttori editoriali, case editrici e giornalisti ha preservato in genere chi si rese responsabile di ciò da una pubblica ammenda.

Tolkien, nonostante l'immediato successo internazionale (nei campus americani si usava scrivere “Frodo Lives”) fu uno dei bersagli preferiti della Sinistra non solo a causa del particolare clima politico da “anni di piombo” creato ad arte, ma anche per diverse altre sfumature.

Innanzitutto venne tradotto, nel 1970, da Rusconi, editore considerato esponente di punta della “cultura della reazione”, sempre osteggiato dall'intellighenzia sinistroide, e fu curato da personaggi invisi alla stessa, tra i quali  alcuni transfughi che si dilettarono in interventi che definire provocatori è un eufemismo.

Soprattutto, il Signore degli Anelli è un'opera che per gusto, iconografia e visione del mondo, rappresentava un ritorno al medioevo, all'epoca “buia ed irrazionale”, sostanzialmente, secondo i “progressisti”, alla “cultura di destra”.

Va però specificata una cosa importante: gli scritti di Tolkien furono DA SUBITO condannati dalla Sinistra con svariate recensioni su riviste e settimanali, tanto che, per quanto se ne discuta ancora oggi, non vi fu inizialmente nessuna appropriazione o strumentalizzazione della destra, ma semmai un rifiuto immediato e cronico della controparte.

Nonostante tale dispiegamento di forze, gli anni a seguire sancirono un successo strepitoso dell'opera. E non potevano non accorgersene lettori e critici che al contrario, avevano avuto una preparazione culturale “di destra” o “tradizionale”, non solo per l'immotivata aggressività del PCI, ma anche per i valori che venivano espressi, molto simili a quelli di altri saggisti storicamente di destra (Evola e Guènon su tutti). L'ambientazione, un mondo originato dai miti ed un sistema alternativi a quello dell'epoca, andava a cementarsi con i valori espressi, il senso del dovere da compiere in ogni modo, del cameratismo e dell'amicizia, dell'eroe inteso per quello che fa e non per quello che sembra, della lotta al Male, della simbologia e dei riferimenti a temi della cultura europea tradizionale e l'ecologia.

Negli anni '90, la Sinistra, preoccupata dal danno ottenuto anche nei suoi substrati (non pochi militanti avevano dovuto nascondere, ai propri Collettivi, di aver letto ed apprezzato il libro), ha tentato maldestramente di oscurare le critiche mosse all'epoca, analizzando la parte letteraria con minore ideologia, ma scadendo spesso in un' annessione che ci sembra quantomeno ridicola. 

Nel 1993, nel 20° anniversario della morte di Tolkien, nessuno parlò male delle sue opere, addirittura venne sottolineato l'impatto dei suoi racconti nella società. A nessuno però venne in mente di criticare l'ostracizzazione subita nel corso degli anni: un atteggiamento tipico di chi è convinto di avere l'impunità culturale senza fornire alcuna spiegazione.

Di una cosa però siamo certi: Tolkien e “Il Signore degli Anelli” continueranno ad entusiasmare generazioni di ragazzi, senza bisogno di alcuna  “riabilitazione” da parte di chi, accecato dall'odio ideologico, ne aveva fatto un nemico da distruggere.

Maurizio Guccini

John Ronald Reuen Tolkien

Tolkien nasce in Sudafrica nel 1892, dove il padre viveva per lavoro. Pochi mesi dopo la nascita di John la madre decide di tornare in Inghilterra, dove il padre, purtroppo ammalatosi gravemente, non li raggiungerà mai.

L'infanzia fu molto difficile. Venne educato alla fede cattolica in un paese protestante e poco dopo perse anche la madre. Anni di collegi, allevato da Padre Francis, lo sprofondarono nella tristezza, ma allo steso tempo lo indirizzarono all'interesse per storie e fiabe.

Sembrerebbe facile attribuire il suo amore per le leggende alla voglia di fuggire alla solitudine. È più bello pensare invece che la TERRA DI MEZZO e tutte le sue storie lo abbiano salvato da un decadimento mentale che non lo colpirà mai.

Un senso del fantastico che anche tra le atrocità delle trincee della prima guerra mondiale gli consente di scrivere le prime storie e di elaborare addirittura la “lingua delle fate”, come scriverà ad Edith, sposata pochi mesi prima di partire.

Tornato a casa incolume, si laurea ed inizia ad insegnare.

Nel 1921 diventò docente di Lettere  all'università di Leeds e continuò a scrivere e a perfezionare i suoi "racconti perduti" e il suo linguaggio inventato. È di questi anni la sua profonda amicizia con C.S. Lewis, autore delle Cronache di Narnia; insieme fondarono il circolo degli Inklings, di cui fu membro anche Charles Williams.

Fu soprattutto tra il 1920 ed il 1930 che scrisse e fece correre la sua fervida immaginazione. I suoi lavori si distinguevano in due categorie: le storie inventate per i suoi figli e le leggende e le mitologie del suo mondo.

Nel 1937 pubblica “LO HOBBIT”. È l'inizio di un ciclo ed un filone che lo avrebbero reso celebre in tutto il mondo.

Sull'onda del successo e spinto dal suo editore, prende tutto il materiale che aveva prodotto (aveva già cominciato fin dal 1917 a "costruire" la Terra di Mezzo, ovvero il mondo incantato in cui si svolgono tutte le avventure descritte), pubblica La Compagnia dell'Anello (1954), Le Due Torri (1955) e Il Ritorno del Re (1955), che furono poi riuniti nel 1956 in un unico libro, IL SIGNORE DEGLI ANELLI, scritto in una lingua molto ricercata che cerca di ricostruire la semplicità e la severità dell'inglese medievale.

Seguono “Le Avventure di Tom Bombadil (1962) ed il Silmarillion, opera iniziata nel 1917.

Grande amante della natura, trascorse gli ultimi anni della sua vita (dopo il suo ritiro avvenuto il 1969) nella città costiera di Bournemouth dove morì il 2 settembre del 1973, un anno dopo la morte di Edith. Sono sepolti insieme nel cimitero di Wolwercote, nei sobborghi di Oxford. Come segno di attaccamento alla sua opera decise di fare scolpire sulla lapide della moglie il nome Luthien e sulla sua il nome Beren, protagonisti della romantica storia del Silmarillion.

Il figlio Christopher pubblicherà, postumi, alcuni suoi scritti come i “Racconti Perduti”, i “Racconti Ritrovati” e i “Racconti Incompiuti”.

Ultimo, uscito a fine 2007, è “I Figli di Hurin”.

Maurizio Guccini